Pasta alla Puttanesca perché si chiama così

Pasta alla Puttanesca: perché si chiama così?

Pasta alla Puttanesca: perché si chiama così?

La sua fama la precede: è la pasta olive e capperi, conosciuta dappertutto come Pasta alla Puttanesca. Il prelibato piatto realizzato a partire da sugo di pomodoro, tonno, aglio, capperi, olive nere di Gaeta e origano, è infatti molto diffuso e amato per la sua bontà. Ma da dove deriva il suo nome?

Il termine “puttanesca” è legato a moltissime leggende e tuttora non è ancora certa la sua origine.

Un primo racconto fa risalire il piatto alla Roma dei primi del Novecento, in cui un oste avrebbe realizzato per la prima volta la ricetta in una casa di appuntamenti per gli ospiti che vi si presentavano.

Una leggenda molto simile alla prima è quella raccontata da Arthur Schwartz nel suo libro“Naples at table”. L’autore sostiene che la pasta alla puttanesca sia nata a Napoli nei Quartieri Spagnoli in una casa di piacere e che il proprietario avesse inventato questo primo per rifocillare i suoi ospiti.

Altri invece suggeriscono che il nome della celebre pasta possa essere ispirato alla vistosità dell’abbigliamento intimo delle donne di facili costumi: il rosso del pomodoro, il viola delle olive, il verde del prezzemolo e dei capperi.

Altri ancora dicono che l’origine del nome sia da attribuire ad una prostituta francese di nome Yvette che dopo aver dato vita a questo piatto decise di assegnargli il nome di “Puttanesca” in onore al suo mestiere.

La leggenda più simpatica sull’origine del nome “Puttanesca” è però la seguente: il sugo fu inventato negli anni ’50 da Sandro Petti, uno dei proprietari di un celebre locale notturno ischitano. Si racconta che una sera Petti avesse degli ospiti a cena, ma non molti ingredienti a disposizione per sfamarli. Poiché era molto tardi e questi avevano un grande appetito, insistettero dicendo: "Facci una puttanata qualunque”. Petti che non aveva altro che alcuni pomodori, delle olive e i capperi, realizzò il piatto e più tardi lo inserì nel suo menù con il nome di “Spaghetti alla Puttanesca”.

Per realizzare un ottimo piatto di pasta alla Puttanesca, utilizza gli Spaghetti Liguori N. 3. Scopri di più sul prodotto!


Primi piatti natalizi italiani - Pastificio Liguori

Primi piatti natalizi italiani: un viaggio nella tradizione da Nord a Sud

Primi piatti natalizi italiani: un viaggio nella tradizione da Nord a Sud

In Italia anche a Natale non si può rinunciare alla pasta. Ma ogni regione ha le sue tradizioni ed abitudini culinarie diverse. In quest’articolo ripercorriamo l’Italia da Nord a Sud per conoscere più da vicino i primi piatti natalizi italiani che anche quest’anno verranno serviti sulle tavole del Bel Paese.

Pasta e fasioi

Iniziamo il nostro percorso gastronomico sulle tradizioni natalizie italiane con il Veneto per poi scendere fino alla punta dello stivale. In questa regione nei giorni festivi, accompagnata da Bigoli in salsa e gnocchi in sugo d’anatra, è tradizione mangiare la pasta e fasioi. Un piatto povero e semplice dal sapore corposo per riscaldare anche le giornate invernali più fredde e innevate. Il nostro consiglio è quello di mettere in ammollo i fagioli la sera prima.

Fettuccine al ragù

Spostiamoci in Pianura Padana con un piatto ben conosciuto allo stomaco degli italiani (e non solo…). Stiamo parlando delle fettuccine al ragù, un primo goloso e saporito, noto nel mondo non solo per tradizione natalizia, ma come simbolo dell’Italia in sé. Infatti, anche se il vero must della cucina Romagnola delle feste sono cappelletti in brodo, è impossibile rinunciare anche a Natale a un buon piatto di pasta al ragù.

Spaghetti alle vongole

Scendendo in questo itinerario di sapori arriviamo in Campania e ci imbattiamo in un piatto che ha tutto il sapore dei mari del Sud: gli spaghetti alle vongole. Consumato per tradizione al cenone della Vigilia, è il primo che apre le danze al buon mangiare delle feste. In alcune zone d’Italia è infatti usanza che la sera della Vigilia si consumino solo piatti a base di pesce, in maniera tale da mantenersi “leggeri” in vista del pranzo del giorno dopo.

Bucatini con le sarde

Concludiamo questo viaggio nella tradizione culinaria natalizia con un’ultima importante tappa: la Sicilia, patria del gusto e dell’ottimo cibo. A Palermo e dintorni è usanza mangiare la pasta con le sarde, a base di sarde (appunto) e finocchietto. Caratterizzato da diverse varianti, questo piatto della tradizione siciliana, viene generalmente cucinato con i bucatini, ma può essere realizzato anche con maccheroni, maccheroncini, mezzani o mezzi ziti.

Come abbiamo visto, l’Italia offre una notevole varietà di primi e pietanze che differiscono anche parecchio da regione a regione. Ma se c’è una cosa che accomuna ogni città del Bel Paese è l’amore per la pasta e la scelta di Liguori come partner d’eccellenza per cucinare tutti questi saporiti piatti.

Buon Natale e buona pasta!


Come riconoscere una buona pasta - Pastificio Liguori

Come riconoscere una buona pasta

Come riconoscere una buona pasta

Come suggerisce l’intuito, in linea di massima la pasta che ha un buon sapore è anche di buona qualità. Ma c’è un modo più oggettivo per verificare che quella che acquistiamo sia effettivamente genuina e ben fatta?

Ecco alcuni preziosi suggerimenti che ti aiuteranno a riconoscere una buona pasta:

1. Ha il giusto spessore. Una pasta uniformemente spessa consentirà una cottura uniforme, evitando che alcune parti si cuociano prima di altre.
2. Presenta una buona tenuta in cottura: è una buona pasta quella che resta compatta, corposa ed elastica anche ore dopo la cottura.
3. É di colore giallo brillante, sia prima che dopo la cottura. Il colore è un indice molto evidente della qualità della semola.
4. É porosa. La porosità è ciò che permette alla pasta di assorbire l'acqua e di aumentare il suo volume, oltre che di renderla più gradevole al palato. Questo dipende anche dal processo di essiccazione impiegato: se viene effettuato alla giusta temperatura (non troppo elevata), la superficie resta permeabile.
5. I tempi di cottura non sono troppo elevati e l'acqua in pentola rimane limpida. Quando il tempo di cottura è troppo elevato, la pasta disperde infatti amido, vitamine e proteine.
6. Masticandola, risulta al dente. Se la pasta presenta una buona consistenza ed elasticità, vuol dire che il processo di essiccazione è stato eseguito alla giusta temperatura e che la semola utilizzata è di buona qualità.

Queste sono tutte le caratteristiche che ha anche la nostra pasta. Inoltre possediamo la certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta), ad ulteriore garanzia dell’eccellenza dei nostri prodotti.

Ci impegniamo con passione per metterti in tavola una pasta di qualità che ci permetta di regalarti ogni giorno il piacere di mangiare.


Come cucinare la pasta - Pastificio Liguori

Come cucinare la pasta: 5 trucchi per la cottura perfetta

Come cucinare la pasta: 5 trucchi per la cottura perfetta

Cucinare la pasta può sembrare la cosa più semplice del mondo, eppure ci sono tantissime cose che trascuriamo e che possono veramente fare la differenza a tavola. Ecco una breve guida piena di consigli su come cucinarla per ottenere risultati da leccarsi i baffi.

La pasta

Il primo importantissimo e più determinante aspetto è la scelta della pasta. Maggiore sarà da qualità della pasta scelta e migliore sarà anche il gusto. Preferire sempre quindi pasta di semola di grano duro 100% italiano con trafilatura al bronzo. Spazio anche alla pasta integrale che risulta molto salutare con la sua ricchezza di fibre e sali minerali.

L’acqua

Per una cottura perfetta il rapporto tra acqua e pasta dovrebbe essere di 10 ad 1, ossia di un litro d’acqua per ogni etto di pasta. Importante è non riempire la pentola fino all’orlo in maniera tale che non fuoriesca acqua durante l’ebollizione. Per questo motivo bisogna scegliere accuratamente le dimensioni della pentola, in base anche al tipo di pasta che stiamo cucinando.

L’ebollizione

Per far sì che l’acqua bolla più velocemente si possono adottare una serie di accorgimenti: prima di buttare la pasta tenere la pentola chiusa con un coperchio; aggiungere il sale solo dopo aver buttato la pasta; utilizzare dell’acqua già calda; cuocere a fiamma vivace.

La cottura

Mischiare la pasta di tanto in tanto per evitare che si attacchi e non perdere di vista i tempi indicati sulla confezione. Per una cottura della pasta al dente, assaggiare un paio di minuti circa prima dell’orario effettivo e lasciare per qualche istante che la pasta finisca di cuocere nella pentola a fuoco spento.

Prima di servire

Una volta che la pasta è pronta a puntino, va servita altrettanto bene. Prima di portare il piatto o la zuppiera a tavola potrebbe essere utile riscaldarli così da conservare meglio la temperatura della portata. Inoltre se il primo prevede di essere condito con del formaggio grattugiato è opportuno che questo venga aggiunto alla fine, dopo aver fatto amalgamare già il sugo con la pasta.

E tu, conoscevi già tutti questi suggerimenti per cucinare la pasta al meglio? Metti alla prova il tuo talento seguendo i nostri consigli e continua a seguirci per altre interessanti novità!


Smettere di mangiare la pasta | Pasta Liguori

Cosa succede al tuo corpo se smetti di mangiare la pasta

Cosa succede al tuo corpo se smetti di mangiare la pasta

Già da alcuni anni si è diffusa la dieta low-carbs, un regime a basso contenuto di carboidrati che, soprattutto se mal interpretato, può spingere le persone ad eliminare completamente la pasta dalla propria dieta. Ma che effetti ha questo tipo di alimentazione sul tuo corpo? Cosa accade realmente all’organismo quando smetti di consumare la pasta? Scoprilo in quest’articolo!

Fai più fatica ad addormentarti

I carboidrati sono dei fondamentali induttori di serotonina, l’ormone della serenità e della tranquillità. Se abolisci la pasta dalla tua dieta non ti stupire se avrai più difficoltà ad addormentarti la sera. In tanti evitano i carboidrati a cena per non sentirsi troppo appesantiti prima di mettersi sotto le coperte, ma quello che forse non molti sanno è che la pasta aiuta a rilassarsi e a distendere i muscoli. Per questo motivo costituisce un potente rimedio contro l’insonnia e lo stress.

Il corpo tende a disidratarsi

Interrompere il consumo di pasta comporta una repentina perdita di peso, ma ad un prezzo molto alto: non si bruciano grassi ma liquidi. Quando assumi carboidrati, questi vengono assimilati sottoforma di glicogeno che trattiene all’incirca tre grammi d’acqua per ogni grammo di carboidrati. Questo vuol dire che, in assenza di pasta (e quindi di carboidrati), viene trattenuta molta meno acqua ed il corpo tende a disidratarsi.

Aumenta il senso di spossatezza

La pasta è la fonte principale di energia per il corpo e per la mente. Dato che i carboidrati presenti nella pasta vengono assorbiti più velocemente dei grassi, quando non ne apporti una sufficiente dose alla tua dieta, ti senti spossato, debole e fai più fatica a concentrarti. Il corpo necessita di carboidrati al punto tale che se non vengono assunti il fegato scompone le proteine per ricavare il glucosio degli amminoacidi presenti in esse (processo estremamente più lungo ed elaborato).

Ancora sicuro di voler iniziare la tua dieta low-carbs e fare a meno di un bel piatto di pasta sano e nutriente?


Pasta integrale - Pastificio Liguori

Alla scoperta della pasta integrale

Se fino a qualche anno fa il consumo di pasta integrale era limitato a nicchie di salutisti e sportivi, oggi l’uso di questa pasta è diventato estremamente diffuso. Scopriamo insieme proprietà, valori nutrizionali e composizione di questa preziosa fonte di fibre.

Cosa s’intende per pasta integrale

La pasta integrale si ottiene dalla lavorazione di semola integrale di grano duro e acqua. La semola “integrale” si differenzia dalla semola tradizionale perché non è soggetta al processo di raffinazione del grano. Nella farina integrale vengono utilizzate tutte le componenti del chicco inclusa la crusca, il rivestimento esterno dal quale proviene la maggior parte delle fibre.
La differenza principale tra la pasta tradizionale e quella integrale è quindi nel processo di lavorazione.

Proprietà della pasta integrale

La pasta integrale è un alimento completo e nutriente che fornisce all’organismo il giusto apporto di vitamine, fibre e sali minerali.
La pasta integrale ha un basso indice glicemico quindi l’energia dei carboidrati viene rilasciata in modo graduale nel sangue evitando i picchi di insulina.
E' ricca di vitamina E, un antiossidante con effetti anti-età, e contiene fitoestrogeni, utili al benessere di ossa e cuore. L’elevata quantità di carboidrati complessi e di fibre dona un maggiore senso di sazietà e consente un maggiore smaltimento delle scorie.

La scelta di Liguori

Per la produzione della nostra pasta integrale scegliamo solo i migliori grani duri del sud Italia da agricoltura biologica, coltivati nelle terre libere da pesticidi.
Con la certificazione biologica garantiamo un prodotto naturale e incontaminato che apporta solo i benefici nutrizionali dell'integrale.

Scopri la linea di pasta integrale Liguori e gusta il benessere!


Giornata mondiale della pasta - Pastificio Liguori

Giornata mondiale della pasta

Il 25 Ottobre è la XXI° Giornata mondiale della pasta (e della dieta mediterranea), il simbolo per eccellenza dell’italian lifestyle. Oltre ad essere una ricorrenza che celebra il grande amore degli italiani (dopo la mamma) è anche un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica ad adottare uno stile di vita più sano nel rispetto della propria salute e dell’ambiente.
L’iniziativa, senza sorpresa, parte dall’Italia che da sempre detiene il primato della produzione e del consumo di pasta e che, oltretutto, è la culla della dieta mediterranea, che nel 2010 è stata riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.

Il tema della Giornata mondiale della pasta di quest’anno è molto importante: “Pasta2050” è un’operazione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica ad un radicale cambiamento nelle abitudini alimentari in vista ad un aumento della popolazione nei prossimi 30 anni. Durante un incontro denominato “Pasta Camp”un team di sociologi, psicologi, esperti di marketing, produttori e food writer, hanno provato a rispondere al questito “Cosa mangeremo tra 30 anni?. La risposta è di una semplicità disarmante: spaghetti al pomodoro e basilico. Si perché stando ad alcune indagini il piatto simbolo italiano per eccellenza resta il comfort food più amato nella penisola, l’immagine di uno stile di vita, fatto di tradizioni, rispetto per la terra, semplicità e genuinità.
Noi di Liguori non possiamo che sostenere questo impegno con immensa gioia. Perché qui per noi ogni giorno è Pasta Day!


Falsi miti sulla pasta - Pastificio Liguori

I 5 falsi miti sulla pasta

I 5 falsi miti sulla pasta

“La pasta proviene dalla Cina”, “La pasta senza glutine fa ingrassare di meno”: questi sono solo alcuni dei falsi miti che si sentono più spesso sulla pasta. Scopriamoli tutti e facciamo chiarezza su alcune false credenze, ancora difficili da sfatare.

1. La pasta fa ingrassare

Il primo falso mito da sfatare è anche uno dei più grandi: “La pasta fa ingrassare”. Negativo, la pasta in sé per sé non è particolarmente calorica, lo diventa soltanto se abbinata ad un condimento sbagliato. Inoltre, per tenere sotto controllo l’indice glicemico della pasta, basta consumarla “al dente” poiché maggiori sono i tempi di cottura e più alti saranno i livelli di glucosio prodotto.

2. Il tipo di trafila non fa la differenza

Per velocizzare il processo di lavorazione, molte aziende produttrici di pasta stanno prediligendo metodi di trafilatura industriali a dispetto della tradizionale trafilatura al bronzo. Ma la differenza tra le due procedure si avverte! La trafila al teflon rende la pasta molto più liscia e questo fa sì che il sugo venga assorbito con più difficoltà. Risultato? Chiedilo al palato!

3. La pasta è un’invenzione cinese

Eh già, a quanto pare la pasta è di importazione orientale ma non proviene dalla Cina. La sua origine dovrebbe invece essere ricondotta ad un territorio alla valle del fiume Indo che corrisponde orientativamente all’attuale Pakistan. Marco Polo, in ritorno dal suo viaggio in Asia, si fermò in quelle zone, assaggiò per la prima volta un piatto di spaghetti e rimase talmente colpito dalla sua bontà che decise di rendere la pasta famosa nel mondo.

4. L’acqua di cottura della pasta non serve

L’acqua di cottura della pasta può essere riciclata per diversi usi e diventare una risorsa preziosa. Data la sua ricchezza di amido e per il fatto di essere già salata può essere molto utile in cucina come base per brodi e minestre, per ammorbidire un impasto o per lasciare in ammollo i legumi. Ma con un po’ di fantasia in più può addirittura essere utilizzata come rimedio di bellezza: per nutrire i capelli prima dello shampoo oppure per impacchi e pediluvi antinfiammatori.

5. La pasta senza glutine fa ingrassare di meno

Ci piacerebbe potervi dire il contrario, ma non c’è nessuna evidenza a conferma del fatto che la pasta gluten free faccia ingrassare meno di quella di grano. Anzi, da più ricerche è emerso che non c’è alcuna differenza nel contenuto nutrizionale degli alimenti con o senza glutine in termini di macronutrienti e/o di calorie.

 

Ecco la prova che, nella sua semplicità, la pasta continua a riservarci una sorpresa dopo l’altra. Per conoscerla meglio, non resta che tuffarsi in un goloso piatto di bontà allo stato puro!

Scopri tutte le nuove linee di Pasta Liguori


I benefici della pasta - Pastificio Liguori

I benefici della pasta

I benefici della pasta

Famosa in tutto il mondo per la sua bontà, la pasta è ricca di proprietà positive per il corpo, la mente e l’umore. In quest’articolo vi sveliamo tutti i benefici della pasta e tanti buoni motivi per mangiarne di più!

È un antistress naturale

La pasta aiuta a rilassarci, diminuendo il nostro livello di stress. Questo alimento infatti favorisce la sintesi della serotonina, il neurotrasmettitore cosiddetto della felicità, responsabile della nostra percezione di benessere. Inoltre la pasta contiene vitamine del gruppo B, soprattutto la vitamina B1, indispensabili per un buon funzionamento del sistema nervoso.

Fa bene al cuore

Un bel piatto di pasta può aiutarci a proteggere il cuore e vivere più a lungo. Contiene poco sodio, per cui non alza troppo i livelli della pressione, e contiene fibre che contrastano le malattie cardiovascolari. Inoltre possiede molte proteine che rinforzano il cuore e migliorano la circolazione senza alzare i livelli di proteina C, collegata invece a malattie cardiache.

Rende più sazi, più a lungo

Mangiando pasta si può controllare il peso corporeo e il senso di sazietà. Questo avviene perché contiene zuccheri complessi, più lenti da assorbire (oltre che indispensabili per sostenere sforzi fisici e mentali). Per questo motivo, accompagnata da un giusto condimento, è molto indicata anche per diete ipocaloriche.

Contrasta il diabete

I piatti a base di pasta aiutano a tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue. Per questo, possono aiutare a contrastare il diabete e non vanno assolutamente eliminati dalla propria dieta, come erroneamente si sente spesso dire.

Quindi bando ai sensi di colpa e… a tutta pasta!
Scopri tutte le nuove linee di Pasta Liguori


Conosciamo meglio la Pasta di Gragnano: il metodo di lavorazione

Corta, lunga, rigata o liscia: la varietà della Pasta di Gragnano ha origini molto antiche che risalgono alle carestie che colpirono il Regno di Napoli nel XVII secolo. La scarsità di alimenti fece sì che la pasta guadagnasse l’appellativo di Oro Bianco, data la semplicità dei suoi ingredienti e l’alto valore nutritivo alla portata di tutti. Granano e Napoli divennero le sedi ideali per la lavorazione di tale alimento, tutto merito del microclima (sole, vento e giusto grado di umidità) ideale per la sua essiccazione.

Nel 1861 Gragnano diventò il fulcro della produzione di pasta. Attenzione, però: quando parliamo di Pasta di Gragnano, intendiamo alta qualità e sapore unico dovuto a materie prime eccellenti e a un metodo di lavorazione del tutto differente da quelli industriali che risale almeno ad un secolo prima. Infatti il Pastificio Liguori, che può essere considerato il precursore di questa lunga tradizione artigianale, già a fine '700 riceve la concessione di "fabbricare e vendere maccheroni di buona qualità" per arginare il fenomeno dei "maccarunari abusivi" dando così il via alla produzione della pasta di Gragnano come la conosciamo oggi. Sì, perché sono proprio le materie prime e il metodo di lavorazione artigianale che caratterizzano la Pasta Liguori e che le hanno permesso di diventare nel 2013 un marchio IGP. L’Indicazione Geografica Protetta, infatti, è una certificazione conferita dalla Comunità Europea che serve a garantire al consumatore la qualità del prodotto, privo di contraffazioni e la cui lavorazione è legata strettamente al territorio di riferimento.

Il primo elemento distintivo della Pasta di Gragnano, come anticipato, è la qualità degli ingredienti. La farina di semola di grano duro e l’acqua della falda acquifera di Gragnano conferiscono a questo alimento un aspetto rugoso ma omogeneo e un gusto deciso e particolarmente saporito.

Ciò che richiede molta attenzione e tanta pazienza, comunque, è il metodo di lavorazione. Quest’ultimo si suddivide in 4 fasi (impasto e gramolatura, processo di estrusione, trafilatura ed essiccazione) che devono tutte essere svolte sul territorio gragnanese per far sì che la dicitura IGP venga rispettata. I momenti salienti del processo restano quelli della trafilatura al bronzo e dell’essiccazione lenta. La prima vuole l’utilizzo esclusivo di strumenti in bronzo che donano alla pasta la classica superficie rugosa, perfetta per trattenere i sughi, mentre la seconda prevede che il prodotto sia essiccato a temperature basse per un tempo che va dalle 6 alle 60 ore. Quello dell’essiccazione lenta è un processo tipico dei pastifici gragnanesi nonché il marchio distintivo della Pasta Liguori. Sin dai tempi antichi infatti lasciamo ad asciugare la pasta su canne di bambù lungo la storica via Roma (numerose fotografie lo testimoniano). Pensare che col tempo la pianta della città è stata plasmata per fare in modo che vento e luce del sole arrivassero alla pasta stesa a ogni ora del giorno!

Il medoto Liguori segue scrupolosamente ogni fase del processo di lavorazione spiegato fin qui e lo fa da ben 200 anni. Selezioniamo solo i migliori grani duri e impieghiamo esclusivamente l’acqua incontaminata del Parco Regionale dei Monti Lattari, la cui composizione chimico-fisica conferisce al nostro prodotto il gusto unico che l’ha reso famoso dal 1795. Il processo di essiccazione lenta a basse temperature, infine, è ciò che fa il resto: un metodo tramandato di generazione in generazione e che serve a custodire inalterati tutto il gusto, il profumo, la consistenza e i valori nutrizionali del nostro Oro Bianco.